Sembrano davvero uscite dal libro Cuore le scene comiche della piacevolissima commedia Ea scuoea de na volta , messa in scena sabato 18 febbraio 2012 dal simpatico gruppo Vita d’altri Tempi, presso il teatro del centro parrocchiale di Correzzola.
Il pubblico intervenuto, grazie alla sapiente e all’impeccabile regia di Dorina Burattin, ha potuto rivivere, in modo spensierato e divertente, i momenti di quella vita scolastica che da sempre occupano i ricordi della nostra infanzia: il bidello-custode dell’edificio comunale o parrocchiale che ospitava le classi rigorosamente allestite con lavagna di legno, banchi doppi con seggiolino “incorporato”; la cartina geografica di un’ Italia già allora ingiallita e polverosa; la “povera” maestra, energica all’inizio della lezione, ma completamente esausta e infuriata alla fine dell’intera mattinata trascorsa con alunni da sempre euforici e poco inclini allo studio ; i primi compagni di banco, per lo più vispi e vivaci, tutti intenti a chiamarsi con i più disparati nomignoli in dialetto; il severo direttore che, nel far visita all’intera scolaresca, ne usciva quasi sempre deluso per gli scarsi rendimenti ottenuti dai singoli alunni in qualsiasi disciplina; il parroco, anch’egli disperato per la sommaria conoscenza della dottrina cristiana…
Gli artefici di questa comica e originale rappresentazione teatrale non sono degli sconosciuti nel nostro territorio, anzi proprio quest’anno ricorre il loro decimo anniversario di vita. Stiamo parlando dei soci, tutti volontari, della Pro Loco di Correzzola che in varie occasioni hanno cercato di recuperare dapprima le arti e i mestieri perduti e poi hanno divulgato nelle piazze e soprattutto nella scuole della provincia di Padova l’inesauribile patrimonio orale, del sapere fare e del saper essere, delle nostre tradizioni popolari che, oggi più che mai, rischia di essere completamente cancellato, oltre che dalle memorie virtuali anche dalle stesse fragilissime memorie delle nuove generazioni.
L’intera commedia, ben intervallata da allegre e scherzose battute a metà strada tra il dialetto padovano di cinquant’anni fa e la lingua italiana di uso comune, al di là dell’ironia contingente tipica di un sabato “grasso” di Carnevale, è riuscita senza dubbio a sollevare alcune questioni ancora oggi alquanto dibattute tra gli addetti ai lavori e i numerosi esperti di principi pedagogici.
Non sono molto lontani i tempi in cui la scuola era certamente un luogo formativo, educativo e un punto di riferimento per le generazioni future.
Nonostante la povertà e l’assenza del benessere, i bambini erano consapevoli che lo studio li avrebbe portati ad una condizione sociale migliore.
Nonostante la merenda si facesse con pezzi di zucca, di polenta, di carrube, di fette di salame e di “smeiassa”, il clima che si respirava nelle aule era giocoso e spensierato e tutti, dal genitore (mamma, nonno o zio che fosse) fino al direttore, amavano e stimavano di più l’insegnante.
Quante pazienti maestre “invisibili” ci sono state, solo apparentemente severe, con una grandezza d’animo indiscutibile…
Gli anni del boom economico e tecnologico hanno purtroppo cancellato troppo in fretta l’importanza e il ruolo di queste persone che sapevano “capire” le situazioni, aiutando tutti gli alunni che si trovavano in serie difficoltà, anche finanziarie.
Come non ricordare, a questo proposito, di nuovo il libro Cuore di Edmondo De Amicis che ben ha saputo descrivere la figura dell’insegnante di scuola elementare, fin troppo criticata e troppo sottovalutata, ma mai valorizzata e considerata nella difficoltà del proprio lavoro e delle relazioni sociali.
Bisognerebbe riconoscere a questa categoria maggior credito, quantomeno a chi, in anni realmente critici, ha svolto quotidianamente con passione e dedizione, un compito che ancora oggi non sembra facile : insegnare a saper leggere, scrivere e far di conto.
Molti ci sono riusciti e questo, tra una gag e l’altra, tipica degli attori della commedia dell’arte, gli alunni irrequieti e un po’ grandicelli dell’associazione Vita d’altri tempi lo hanno chiaramente fatto notare !
La piacevole serata, dopo un inaspettato finale a sorpresa, dai toni a dir poco romantici, e i meritati applausi del pubblico, si è conclusa con i dovuti ringraziamenti da parte del sindaco, Eric Sturaro, del prof. Matteo Doria e, dulcis in fundo, della maestra Borella colei che è riuscita a coinvolgere tutti i suoi scolari affinché Correzzola potesse avere una storia e un ruolo, nient’affatto secondario, rispetto ai comuni limitrofi